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Bilancio sociale 2021: un mondo a zero discriminazione costruito insieme

CIES Onlus

11 July 2022

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Bilancio sociale 2021: un mondo a zero discriminazione costruito insieme.

Anche il 2021 è stato un anno segnato dalla pandemia COVID-19. Quello che ancora oggi viviamo è il maggiore indebolimento delle fasce vulnerabili, l’acutizzazione delle fragilità e delle disuguaglianze, contraddistinti anche da un nuovo livello di esclusione: quello digitale.

 

Il digital divide oggi è un tema: viviamo in una società in cui l’esclusione dipende anche dalle capacità e dal possesso di strumenti digitali. L’alfabetizzazione e l’educazione digitale sono questioni da affrontare perché il livello di inclusione non vale solo per esperienze drammatiche come quelle legate alla pandemia, ma oggi riguarda tutte/i, basti pensare all’identità digitale necessaria per l’accesso a diversi servizi pubblici. Alfabetizzazione e educazione sono concetti diversi, perché se il primo fa riferimento alle capacità e competenze di utilizzo di tali strumenti, l’educazione riguarda invece i valori etici che devono – o dovrebbero – guidare la partecipazione sociale ed il loro utilizzo, sia per ciò che riguarda la relazione e il rapporto con l’altro, sia per quanto riguarda definizione e comprensione dei contenuti.

 

Per contrastare le barriere causate dal digital divide, promuovendo la conoscenza e l’uso consapevole degli strumenti digitali soprattutto tra le fasce più vulnerabili della popolazione, si inserisce il lavoro del CIES. In Paesi lontani, come il Mozambico, dove il CIES lavora per promuovere alfabetizzazione ed educazione digitale delle bambine. In Italia, nel Centro Giovani Scuola d’Arte MaTeMù, con bambini/e, adolescenti e giovani, per contrastare il fenomeno dell’hate speech, ovvero quelle forme di comunicazione mirate a esprimere e diffondere odio e intolleranza verso singoli o gruppi accomunati da specifiche appartenenze sociali (religiose, di orientamenti sessuali, etniche, disabilità etc…), la cui diffusione è cresciuta visibilmente tramite la rete, e per contrastare la povertà educativa che è un altro tema collegato all’uso dei media e che con il lock-down e l’isolamento sociale è significativamente aumentato.

Povertà educativa che il CIES contrasta attraverso l’arte-educazione, per aumentare le opportunità di accesso alla cultura e alla bellezza, al sostegno socio-affettivo e all’apprendimento delle competenze cognitive e non cognitive per minori in situazione di vulnerabilità economica e socio-culturale, lavorando dentro e fuori la scuola con interventi in e out doors. Ed è proprio tramite un progetto specifico che ha questo nome, “DOORS”, che nel 2021 ha ripreso le sue attività in presenza cercando tramite tante azioni di riaccendere il desiderio allo studio e alla convivialità rompendo le bolle dell’isolamento culturale, psicologico e sociale in cui per il lock-down, ragazzi e ragazze si erano ritrovati. Fondamentali sono state proprio le attività di out-door, nel giardino del nostro centro Giovani e scuola d’arte MaTeMu e nei parchi cittadini, ed il metodo di arte-educazione.

E poi il tema sempre presente del lavoro, qui e altrove. Il lavoro irregolare e la piaga del lavoro nero, che in Italia ma non solo, va spesso di pari passo anche con una gestione emergenziale dell’immigrazione, ormai fenomeno strutturale mondiale che viene trattato come problema ed emergenza sociale piuttosto che come patrimonio da accogliere. Patrimonio umano, culturale, demografico e di welfare la cui parola chiave, continuiamo a ripeterlo, è “patrimonio migrante”. Invece continuano a farla spesso da padrone leggi restrittive che mirano a difendersi, come se il mondo del terzo millennio non fosse popolato semplicemente di persone ma da sub-umani (o non umani) e da linee demarcatorie di una cartina politica. Ed è proprio qui che si produce una maggiore irregolarità, che vuol dire maggiore insicurezza per tutte/i e maggiore possibilità di sfruttamento, fino ai tristi e ignobili casi noti alle cronache di schiavismo. Qui sono gli esclusi degli esclusi, coloro che non esistono: gli irregolari.

 

E di nuovo su questi temi il CIES è in prima linea con i suoi mediatori interculturali che operano nei diversi servizi, rappresentando un esempio concreto e positivo di integrazione e valorizzazione della diversità.

 

E proprio per questo il Settore Mediazione del CIES insiste nell’affrontare nuove sfide ed esplorare nuove frontiere, come quella di lavorare con la mediazione interculturale sull’educazione finanziaria, nella convinzione che la consapevolezza dei diritti, dei doveri e delle opportunità che ruotano intorno all’utilizzo del denaro è qualcosa che viene concepita in
maniera culturalmente diversa e che l’educazione finanziaria è necessaria per esercitare il diritto di cittadinanza economica, nonché parte integrante di un pacchetto di Educazione alla Cittadinanza Attiva. Un mondo interconnesso, veloce, ma che esclude, che crea muri. Un mondo parallelo – quello virtuale – che divide chi è connesso da chi non è connesso, un mondo reale – non virtuale – che divide i presenti dai fantasmi, quelli che ci sono da quelli che non si vedono.

Questa divisione, questa linea netta tra presenti e non presenti, tra visibili e non visibili, è sempre più marcata, nel mondo virtuale e non. È la trasversalizzazione della vulnerabilità, in cui le forme di esclusione crescono e vanno a stringere e spingere sempre più ai margini chi non sta al centro. E in questo insieme sempre più eterogeneo e schizofrenico, il CIES si impegna per abbattere muri e barriere, cercando di vedere cosa c’è al di là, favorendo il dialogo, lo scambio e la cooperazione, in un’ottica rispettosa delle persone, dell’ambiente e di tutte le diversità. Transizione ecologica e educazione al bene comune sono i capisaldi del progetto Mysea che promuove la cooperazione nel mediterraneo (operiamo in 5 paesi: Italia, Grecia, Tunisia, Libano e Giordania) per la formazione, l’orientamento e l’inserimento lavorativo di giovani, donne e Neets nella cornice della green e blue economy nei settori dell’agrifofood waste management, contribuendo alla promozione di policy su questi temi.

 

Il problema, in futuro e sempre di più, sarà quindi l’esclusione dei vulnerabili, a tutti i livelli di vita. E di tutti, non solo dei migranti. Dall’etimologia del termine, vulnerabilis -latino- che deriva da vulnerare, ovvero “ferire”. Vulnerabile è chi può essere ferito. E il numero e la varietà delle vulnerabilità sono destinati ad aumentare.

 

Educazione e Inclusione Digitale, contrasto alla Povertà Educativa, Transizione Ecologica, Formazione Professionale e Orientamento al Lavoro, Accoglienza e Integrazione: questi i temi che terranno impegnato il CIES anche per il 2022 con azioni strategiche di sistema e un approccio trasversale. Queste le nostre parole chiave contro il declino.

 

Scarica e leggi il Bilancio Sociale 2021

 

 

Elisabetta Bianca Melandri
Presidente CIES Onlus

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