“…E ora passiamo ad altro” è una commedia di attraversamenti e di confini, un paradosso narrativo che si fa teatro di denuncia, utilizzando l’affilato stiletto dell’umorismo.
Un gruppo di persone viene ritrovato in stato confusionale ai confini della città. Si scopre presto che si tratta di morti rimasti in in bilico tra la vita e l’aldilà, alla ricerca di un “passaggio” che gli permetta, finalmente, di completare il viaggio. Del loro caso si interessano immediatamente tutti i media, in particolar modo un’agenzia di persone senza scrupoli che decide di sfruttare al massimo la “visibilità” dei non-morti.
Ne segue un circo di talk-show, spot e servizi dei tg, che creerà solo più confusione. I morti, ben presto, smetteranno di suscitare l’interesse delle testate, il loro caso verrà dimenticato senza che nessuno abbia fatto davvero niente per aiutarli.
Si passerà semplicemente “ad altro”. Una satira feroce all’approccio che giornali, tv e altri mezzi di comunicazione hanno nei confronti delle situazioni anche più tragiche. Un canto burlesco sull’impossibilità di risolvere qualsiasi crisi, sulla superficialità dell’uomo contemporaneo, non più individuo ma “utente”. Un modo per riflettere sui nostri meccanismi perversi.
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