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Elisabetta Melandri sulla tragedia di Crotone: ritroviamo la nostra umanità

CIES Onlus

07 Marzo 2023

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“Quando siamo nati, circa 40 anni fa, abbiamo fondato la nostra organizzazione su due parole: cooperazione e solidarietà. Oggi ci rendiamo conto che, ancor prima di questi due fondamentali elementi, occorre focalizzarsi su qualcosa che stiamo lentamente perdendo: l’umanità” – Elisabetta Melandri

La riflessione di Elisabetta Melandri, presidente del Cies onlus a InBlu2000 sul naufragio di Crotone. 

 

ll 26 febbraio è infatti la data di una delle peggiori tragedie avvenute nel Mediterraneo che si ricordi: un caicco carico di migranti si è spezzato a un centinaio di metri dalla riva davanti a un tratto di spiaggia della frazione Steccato di Cutro, nel crotonese, in Calabria. Una strage che doveva e poteva essere evitata.

 

I giorni seguenti sono stati caratterizzati da un rimpallo di responsabilità. Insomma, si è detto veramente di tutto senza mai dire nulla sulle vere cause della tragedia. Anzi: si dice che la colpa sia dei migranti, che decidono di partire. Delle famiglie che lasciano casa per cercare un futuro migliore. Colpa di quei genitori che scelgono di mettere su un barcone i propri figli. Colpa dei soccorritori, che portando aiuto incoraggiano altri a partire. Colpa di chi muore in mare mentre cercava salvezza.

È questo il punto a cui siamo arrivati? Vogliamo davvero nasconderci dietro una narrazione capovolta e tossica, che salva il carnefice incolpando le vittime? 

 

Chi porta avanti una simile narrazione dovrebbe invece andare a vedere da cosa fuggono queste persone e constatare quali sono le cause che li portano a intraprendere un viaggio così pericoloso. Dovrebbero osservare con i propri occhi la disperazione che li conduce alla difficilissima decisione di lasciare il destino di un figlio o una figlia nelle mani di un barcone, in balìa delle onde.

 

“Finché l’Europa e l’Occidente continueranno a vedersi come una fortezza da difendere da un’invasione, non si potranno evitare altre tragedie. Il confine va ripensato, non esaltato come una fortezza difensiva!” – Elisabetta Melandri

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