“È bastato mettersi intorno a un tavolo con quaderno e penna per dimenticare, anche solo per un istante, il terrore della guerra”
Lo scoppio dell’emergenza e della guerra in Ucraina, ha colpito profondamente le coscienze di tutte e tutti. Per questo, in breve tempo, con un confronto serrato e appassionato, educatrici, educatori, operatori e operatrici di MaTeMù hanno deciso di aprire le porte ai minori in arrivo in Italia. MaTeMù è questo. Un luogo attraversato dalla vocazione di essere un presidio aperto al territorio, in cui i ragazzi e le ragazze di tutte le culture e provenienze possono esprimere la propria creatività, vivere in modo diverso il tempo libero e trovare ascolto e sostegno.
Silvia Stellacci, che è venuta a trovarci qualche giorno fa, ha parlato a lungo con Diana Agamez, una delle insegnanti di Trovo le parole, la scuola di italiano per stranieri. E racconta di questa nuova mission di MaTeMù in un bell’articolo di Zeta, il progetto editoriale del Master in Giornalismo e Comunicazione multimediale della Luiss.
“Della guerra non si parla” dice Diana commossa “anzi, sembra essere molto lontana mentre i giovani ragazzi cercano di imparare i nomi italiani delle parti del corpo. Come tutti gli studenti del mondo, provano a sbirciare quello che c’è scritto sul foglio. Ridono, quando uno di loro pronuncia male la parola braccio (…). Riescono finalmente a vivere momenti di normalità.”
Olga, Sofia, Nazar e Danylo, sono arrivati da poco in Italia dall’Ucraina. Frequantano tutti il corso L2 per imparare l’italiano e vengono due volte alla settimana con un gruppo di una ventina di compagni. Sono accompagnati da Svetlana, un’intermediatrice culturale e linguistica, che restituisce speranza e entusiasmo per questa opportunità. Imparare l’italiano è infatti solo il primo passo. Tutte le attività culturali e artistiche che vengono offerte al territorio gratuitamente, non rappresentano solo occasioni per educarsi, scoprire desideri e sogni. Favoriscono anche l’incontro e l’unione tra le diversità. Ed è questo ciò che rende unico lo Spazio Giovani e Scuola D’arte che abbiamo costruito in oltre 10 anni.
“Attraverso il linguaggio dell’arte si è creato uno scambio che va al di là dell’integrazione” racconta Gabriele Linari, regista della compagnia teatrale MaTeMù. La lingua non è mai stata un ostacolo. Esistono linguaggi universali come quelli artistici -la musica, la danza, il rap, il fumetto – che favoriscono l’incontro tra culture diverse e trasformano le sfumature di ciascuno in ricchezza.
Leggi l’articolo di Silvia Stellacci
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