“Come può la luce fermarsi davanti ad un confine?” (Alberto Melandri)
Ci è giunta oggi la triste notizia della scomparsa di Alberto Melandri, coordinatore della Associazione Cies Ferrara e della Associazione “Cittadini del Mondo”.
Alberto è stato un instancabile difensore dei diritti dei migranti e un formidabile educatore e animatore culturale.
Ai parenti e agli amici di Ferrara va un grande abbraccio da parte di tutto lo staff CIES
Siamo un gruppo di ragazze che ha avuto la fortuna di incontrare sul nostro cammino formativo la splendida persona che era il professor Alberto Melandri . Per noi è stato un punto di riferimento che ha cambiato le nostre vite. Ti ricorderemo con tantissimo affetto e stima. Sentite condoglianze alla famiglia. Le tue studentesse della 5° C anno 2001 /2002 dell’Istituto magistrale Giosuè Carducci: Bononi Roberta, Bruni Laura , Buongiorno Giovanna , Cestari Irene,
Gadda Sara, Mattioli Francesca, Primadei Francesca , Raminelli Federica Romiti Erica,Turola Anna, Vacchi Margherita, Vasi Paola, Zagatti Daniela , Zamboni Chiara, Zappaterra Ilaria
Caro Alberto, ho di te un ricordo molto bello che arriva da lontano. Era la fine degli anni ’80. Tu animavi il “Comitato per la pace” a Ferrara e ci siamo conosciuti partecipando insieme ad alcune iniziative. Stavo iniziando la mia carriera di insegnante; tu mi parlavi di quel lavoro che era anche il tuo, fatto con passione.
Mi colpirono la tua semplicità, la tua simpatia, la serietà del tuo impegno per la pace e la solidarietà internazionale. Ricordo i tuoi interventi in incontri ferraresi che a volte ti vedevano come promotore: c’era l’apartheid in Sudafrica, Mandela in carcere; Timor Est era occupata dalle truppe indonesiane nel silenzio dei nostri media: quasi nessuno ne sapeva niente ma tu sapevi e informavi, sensibilizzavi. Il tuo sguardo era “globale”, politico nel senso migliore del termine: dicevi che ai partiti si doveva chiedere un “progetto di trasformazione della società”, non solo riforme. Avevi ragione e quel principio secondo me vale ancora nei tempi un po’ bui che ci tocca vivere.
Sono stato una volta a casa tua e ho conosciuto la tua famiglia; poi mi sono trasferito e così ci siamo un po’ persi. E’ stato bello rivederti per caso dopo anni, complice involontaria mia moglie Anna e le sue lezioni di doposcuola a “Cittadini del mondo”: non eri per nulla cambiato. Mi parlavi di “scrittori migranti” e mi hai regalato un libro, frutto di un tuo impegno di quel periodo. Lo conservo.
Mi dispiace che tu ora non ci sia. Come ad altri, anche a me hai lasciato qualcosa di importante.
Antonio Catozzi
Il CIES opera per la promozione della partecipazione della società civile in una dimensione di cittadinanza globale e per costruire processi di sviluppo sostenibili, basati sulla pace, sul rispetto dei diritti umani e sulla democrazia e il dialogo tra culture e religioni diverse.
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Unico per laicità, e assoluto nella coerenza, era aperto perché curioso del prossimo. Intellettuale sofisticatissimo e padrone del dettaglio, si divertiva abbastanza da non ostentare mai.
Perché era molto sicuro di sé, ma soprattutto perché avversava la violenza.
Ed era talmente paziente e talmente illuminista che sembrava persino ignorasse il Male nel prossimo. Respingeva nel cono d’ombra “gli odii e l’ire fraterne, ancor più gravi di ogni altro danno”.
Con misura, da Epicureo, poteva godere i piaceri semplici, così che vicino a lui, ancor più col passare degli anni, tutto sembrava sostenibile.
Mi ha sempre fatto un po’ soggezione, ma non gli piacerebbe sentirlo, quindi diciamo che desidererei la sua approvazione di insegnante, sono solo un’amica fra tanti .