Una media di una cinquantina di ragazze e ragazzi vengono ormai tutti i pomeriggi e in un attimo MaTeMù diventa un luogo pieno di vita. Chi chiacchiera, chi gioca, chi segue la lezione di canto, chi quella di rap, chi di breakdance. Tanto gioioso rumore invade lo Spazio in un continuo via vai. Al piano di sotto, invece, regna silenzio, si fanno i compiti, affiancati da educatori e peers o si fa la lezione di fumetto nella stanza adiecente che con i suoi murales colorati invita all’espressione libera e creativa attraverso il linguaggio del disegno e della street art.
Svitlana Kovalska lavora ogni giorno al fianco dei giovani fuggiti dalla guerra in Ucraina. È una delle nostre mediatrice interculturale. E’ lei ad affiancare a MaTeMù un gruppo di una decina di giovani e giovanissimi connazionali che vengono per imparare l’italiano. Ha 18 anni di esperienza alle spalle e ha visto tanti centri, ma a Roma ce n’è uno che per lei è speciale. “Qui a MaTeMù c’è aria di casa, un’accoglienza sincera e calorosa che promuove integrazione ma senza alcuna forma di pressione. Qui non vedo pregiudizi, i ragazzi non si sentono giudicati”.
“Siamo un team di mediatori e mediatrici, educatori e educatrici, ma anche e soprattutto artisti. Perchè un ambiente educativo è rilevante se include l’arte” aggiunge Adriano Rossi, coordinatore di MaTeMù. “Pareggiare le opportunità di accesso all’arte e alla cultura. Creare una comunità trasversale, fare delle differenze un valore e uno stimolo continuo. E’ questo il sogno che coltiviamo. Dare vita a un’ambizioso progetto di comunità, educazione e cittadinanza.”
Olga Malex, una donna ucraina che gestisce un’edicola nel quartiere dell’Esquilino, porta i suoi 6 nipoti al corso gratuito di L2 tutti i lunedì e martedì. “Dal primo giorno sono stati entusiasti. Soprattutto si sono sentiti a proprio agio, come se stessero nelle loro scuole, a casa” racconta Olga ai microfoni di Radio1Rai. “Imparano facilmente, perché lo fanno attraverso il gioco. E con il gioco tutto diventa più accessibile, persino una lingua diversa dalla tua!”
E queste parole non possono che commuovere Adriano e tutto lo staff di MaTeMù che da anni grazie a CIES onlus gestisce lo spazio del Municipio Roma I Centro. “Creare un ambiente sereno, accogliente e di fiducia reciproca è la sfida più grande che portiamo avanti. Ed è cruciale, perché solo quando c’è fiducia c’è anche la possibilità di far emergere riflessioni condivise e difficoltà personali. Solo con la fiducia si alimenta quel confronto indispensabile che è alla base della relazione educativa e che parla della necessità di essere ascoltati e di ascoltare.”
Le CIES opère pour la promotion de la participation de la sociétè civile dans une dimension de citoyenneté mondiale et pour construire des processus de développement durables, basés sur la paix, sur le respect des droits de l’Homme et sur la démocratie et le dialogue entre des différents cultures et religions.
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