Tutte le persone a bordo delle navi rimaste in attesa per giorni al porto di Catania sono sbarcate e sono finalmente salve. Ma ha fatto discutere non poco il Decreto del Ministero dell’Interno del 4 novembre 2022, decisamente in contrasto con il divieto di respingimento collettivo e passibile di una nuova condanna dell’Italia per respingimenti illegali, come già fu nel 2012.
Chi affronta simili viaggi, fugge. Fugge dalla guerra, dalla povertà e dalla fame, da una vita depredata. E lo fa a qualunque costo. Sacrificando legami affettivi e risparmi. In fondo non ha più nulla da perdere. E sogna, come ogni essere umano ha il diritto di fare, una vita dignitosa.
In occasione della presentazione del Rapporto Italiani nel mondo, curato dalla Fondazione Migrantes, Radio Inblu ha approfondito il tema della “accoglienza selettiva”, che ha mobilitato in questi ultimi giorni il Tavolo Asilo e Immigrazione, con le sue numerose organizzazioni del Terzo Settore, tra cui il CIES Onlus, e infiammato l’opinione pubblica.
A parlarne con Alessandra Giacomucci in studio, Paolo Beccegato, vicedirettore vicario e responsabile dell’area internazionale di Caritas italiana, Donatella Parisi portavoce del Centro Astalli (il servizio dei gesuiti per i rifugiati) ed Elisabetta Melandri, presidente del CIES Onlus (Centro Informazione ed Educazione allo Sviluppo).
Oggi oltre 100 milioni di persone sono rifugiati. Un picco mai visto nella storia. Si tratta di un fenomeno globale, che riguarda e chiama in causa tutti i paesi del mondo. Anche l’Italia deve pertanto fare la sua parte. “Sicuramente l’UE deve garantire una politica unitaria, ma la cosa più importante è una coscienza collettiva”, sostiene Paolo Beccegato. “Una cultura di consapevolezza e di solidarietà, perché la tutela dei diritti umani e il rispetto della dignità altrui sono alla base di ogni forma di convivenza civile”.
“È inconcepibile distinguere tra vulnerabili e non”, aggiunge Donatella Parisi. “Dar loro accoglienza è un dovere che risponde a un diritto riconosciuto dalle convenzioni internazionali che l’Italia ha ratificato. È necessario garantire ingressi legali e sicuri alle persone che hanno bisogno”.
Elisabetta Melandri, presidente del CIES Onlus, sottolinea che non c’è una voce democratica e impegnata nel sociale che non si sia espressa. E aggiunge “Nel 2050 ci saranno un miliardo di rifugiati ambientali. Una situazione estremamente grave che dovrà essere affrontata con responsabilità e serietà. Non è pensabile il ripetersi di questi balletti di cavilli giuridici di fronte a una situazione del genere. Riuscire a negoziare con la Comunità Europea una revisione dei trattati di Dublino, come sostiene Monsignor Perego, è una necessità. Bisogna farlo. E l’arma del ricatto non è agibile sulla pelle della povera gente. Per questo” – prosegue Melandri – “vorrei che chi ha le leve del comando, in questo momento, riuscisse ad entrare in contatto con le persone vere, vive, in carne ed ossa che sbarcano da una nave. Noi abbiamo i mediatori agli sbarchi, che sono la nostra antenna, il nostro Centro Giovani MaTeMù, che raccoglie anche minori non accompagnati con traumi e difficoltà enormi. Cercare di recuperare capacità di espressione, fiducia nel futuro, progettazione della propria vita è un’impresa complessa e ardua. Perché non ascoltare queste voci? Dove finiremo portando avanti politiche senza cuore e senza umanità?
Ascolta l’intervista di Alessandra Giacomucci su Radio InBlu
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