Certe volte ho paura che MaTeMù sembri un posto che ormai c'è, esiste, non gli serve niente, funziona. Voglio chiarire questo equivoco: non è così.
MaTeMù fa una fatica incredibile a fare tutto quello fa; ogni laboratorio è una conquista: per avere un corso di pianoforte ci abbiamo messo 10 anni e forse (ma per scaramanzia ancora non lo diciamo ad alta voce) a gennaio inizierà grazie ad uno sponsor. Ogni volta che si rompe una cosa bisogna trovare un modo per ricomprarla. Ogni volta che un progetto con un ente finanziatore finisce bisogna trovarne un altro; e spesso uno non basta neanche.
A MaTeMù lavorano 21 persone: nove artisti (uno per ogni laboratorio) e sei educatori/operatori sociali, una mediatrice, due insegnanti di italiano, una psicoterapeuta, una persona che si occupa di comunicazione e una coordinatrice. Senza contare tutte le persone che i progetti li scrivono, li amministrano, li monitorano, li valutano... Ci sono 9 laboratori artistici attivi tra musica, teatro e hip hop; c'è uno spazio studio con supporto scolastico, una scuola di italiano per stranieri, uno sportello di primo ascolto psicologico, uno spazio ludico-aggregativo con giochi, biliardino, ping pong, computer collegati a internet, videoproiezioni; due salette musicali insonorizzate e diverse sale per allenarsi o preparare i propri spettacoli.
C'è sempre un'attenzione lunga e individuale rivolta a ogni singolo ragazzo e ragazza, che a volte prevede l’accompagnamento fisico ai servizi, ai colloqui, agli incontri. Le cose da fare per MaTeMù non finiscono mai nell’orario lavorativo, e tutte/i mettono a disposizione molto tempo personale.
Tutto questo costa molto, anche perché a MaTeMù lavorano dei professionisti, e vanno retribuiti.
Penso sempre che si potrebbe fare con meno soldi: basterebbe abbassare la qualità del servizio, tagliando un po' qua e un po' là, inserendo figure professionali meno qualificate, scegliendo materiali più scadenti, o semplicemente non arrivando in fondo alle cose. Nei percorsi con gli adolescenti è arrivare fino in fondo che costa: costa i sabati, le domeniche, le sere, la serenità e i soldi.
Ci troviamo di fronte a questa scelta di continuo, e a volte siamo costretti a farla.
Da anni vorrei portare i ragazzi fuori, rifare i campus musicali da cui sono nati tutti gli spettacoli di MaTeMù, portarli a vedere Venezia, Napoli, Firenze. Una volta un ragazzino di MaTeMù mi ha detto che non ha mai visto un'altra città, in Italia, tranne Roma.
A volte alcuni percorsi dovrebbero essere accompagnati anche economicamente, e un po' di soldi cambierebbero le cose, quei pochi soldi che un ragazzo di una normale famiglia, solo “media”, ha.
Mi piacerebbe fare l'orchestra di giovani jazzisti che voleva Carlo.
Ma in tutti questi anni ogni euro entrato è servito per mantenere in vita quello che a MaTeMù già c'è. E quello che piano piano si è aggiunto, è stato possibile solo grazie al supporto dei nostri donatori.
Ora anche quello che c’è è a rischio. Siamo in mezzo a mille riunioni, incontri, assemblee per capire come fare a tenere in piedi ogni cosa di MaTeMù, che a oggi è finanziato al 60%. Dobbiamo trovare il resto, altrimenti non possiamo farlo più.
Mai come adesso, tenendo aperto in questo periodo così difficile, ho avuto la certezza che MaTeMù serve, che è un punto di riferimento imprescindibile. E mai come adesso l’ho sentito in pericolo.
Questa raccolta fondi la facciamo per questo, per dirvi che questo Natale il pensiero non basta, e ogni contributo, anche piccolissimo, è importante. I regali di solito a Natale si scambiano, ed è per questo che “In cambio” possiamo darvi solo quello che sappiamo fare meglio, quello che è l’essenza di MaTeMù: educazione, inclusione, arte e cultura, il pane e le rose. In cambio possiamo stare accanto ai ragazzi e alle ragazze, non soltanto ai vostri, a tutti, perché questo fa stare meglio anche i vostri, anche quelli che hanno visto mille città e anche noi: credetemi, è così che funziona.
In condizioni normali vi avremmo invitato al consueto concerto di Natale, ma quest’anno per ovvi motivi sarà impossibile. Speriamo comunque che il nostro regalo di Natale vi piaccia.
Grazie. Da tutte le ragazze e i ragazzi di MaTeMù. E Buone Feste.
Questo Natale non basta il pensiero.
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