La tragedia di chi fugge dall’Ucraina per la guerra: perché è fondamentale la mediazione interculturale per fare accoglienza? Dalle questioni burocratiche, a quelle socio-sanitarie, a quelle logistiche: quali situazioni stanno affrontando i 50 mediatori Cies per dare supporto ai tanti profughi di questi giorni? Lo racconta Marta Bernardini, responsabile Mediazione del Cies a InBlu2000.
In situazioni di crisi, come quella che sta vivendo in questi giorni l’Ucraina, i profughi che arrivano nel nostro paese hanno bisogno non solo di essere accolti, ma soprattutto di essere accompagnati nell’incontro con le istituzioni e con la società. I nostri mediatori interculturali si sono da subito adoperati per rendere ciò possibile, aiutandoli a regolarizzare il proprio soggiorno in Italia, ma soprattutto stabilendo il percorso di accoglienza migliore per ciascuno di loro.
Tante sono le persone che hanno incontrato e che gli hanno raccontato la propria storia. Tra queste, la maggior parte sono donne che hanno dovuto trovare il coraggio di lasciare indietro i propri compagni e di partire da sole, per mettere in salvo se stesse e i propri figli. Quando finalmente sono giunte qui in Italia, si sono ritrovate a fare i conti con le parole di una lingua sconosciuta e con una cultura diversa dalla propria. I 50 mediatori Cies le hanno accompagnate nella comprensione delle parole, certo, ma anche di tutto il mondo che c’è dietro.
Un lavoro indispensabile per favorire l’integrazione di tutti coloro che hanno bisogno di aiuto.
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