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Pubblicato il Bilancio Sociale 2019 del CIES

Il 2019 si è caratterizzato come un anno “a cavallo” fra due realtà politiche nazionali diverse: quella con la lega al governo e quello con la Lega all’opposizione.

Questa transizione ha determinato nella prima metà dell’anno una situazione di grande problematicità e nella seconda di strascichi degli effetti nefasti del governo cosiddetto giallo/ verde (nero). Determinanti per un ente impegnato nella cooperazione all’estero e sui temi migratori come il CIES, sono stati in particolare i decreti sicurezza.

Per tutto l’anno si sono sentite le conseguenze della fase in cui le forze di governo spesso e volentieri fornivano un endorsment istituzionale al linguaggio d’odio e promuovevano politiche dove discriminazione ed esclusione erano il risultato più evidente.

Nei confronti del Terzo settore la vera e propria criminalizzazione dell’azione umanitaria, in particolare verso le ONG che effettuavano salvataggi in mare, ha gettato una nuvola nera su tutte le azioni improntate nella solidarietà e cooperazione di tante realtà della società civile.

Nella seconda metà dell’anno la nuova maggioranza di governo doveva mettere mano allo smantellamento di tutto ciò e a ricostruire un tessuto politico, sociale e culturale che riportasse al centro i diritti fondativi della nostra Costituzione, e iniziasse a risolvere il problema dell’aumento di vecchie e nuove povertà. È così che il tema dei diritti ha lentamente ripreso quota (anche se con mille incertezze, lentezze e contraddizioni) nelle dichiarazioni ufficiali, nell’attività normativa e legislativa, negli stessi media.

Possiamo dire che per il CIES, come per tutti gli enti del Terzo settore, lo sforzo principale nel 2019 è stato dunque rimanere saldi nella difesa dei diritti, con la denuncia e le proprie attività per rendere visibile la forte valenza “costruttiva” dei diritti “applicati” alla realtà dei progetti, anche con metodi innovativi.

 

La mediazione interculturale, da sempre è stato un dispositivo che ha favorito il diritto d’accesso ai servizi pubblici e il diritto ad essere ascoltati e riconosciuti di immigrati e richiedenti asilo. Durante tutto il 2019 è stata un’attività che ha continuato ad assistere richiedenti asilo a partire dal momento dello sbarco, fino all’Audizione c/o le Commissioni Territoriali.

 

Il Centro Giovani e Scuola d’Arte MaTeMù è stato il luogo dove abbiamo cercato di custodire per tanti giovani italiani e stranieri il diritto alla bellezza, alla socializzazione, all’espressione artistica. In questo quadro è decollato il progetto DOORS, finalizzato al contrasto alla povertà educativa, attraverso la valorizzazione del pluralismo della comunità educante sul territorio, l’integrazione fra l’offerta extra-scolastica- informale con quella curricolare- formale, centralità dell’arte (arte-educazione), promozione dell’intercultura e della responsabilità ambientale.

 

Nello Spazio di Orientamento alla Formazione e al Lavoro (SOFeL) abbiamo lavorato in maniera sempre più sistemica per la tutela del diritto al lavoro, sempre meno garantito alle giovani generazioni e migranti, come elemento identitario della persona e strumento concreto di integrazione. Sono stati avviati molti tirocini e percorsi di formazione professionalizzante negli ambienti aziendali della ristorazione, fra cui anche nel nostro ristorante Altrove con un modello di presa in carico “integrato” dei giovani in cerca di una collocazione nel mercato del lavoro che include attività di socializzazione, apprendimento della lingua italiana, quando necessario, educazione finanziaria, analisi delle loro competenze, capacità e potenzialità e aspirazioni, per il loro percorso professionalizzante.

 

La nostra impresa sociale, il ristorante Altrove, pur nelle tante difficoltà a raggiungere obbiettivi di sostenibilità commerciale nella difficile sfida a coniugarli con eticità, inclusione sociale e opportunità formative ha continuato a proporsi al pubblico come un modello di ristorazione responsabile per la scelta delle sue materie prime e per il messaggio di valorizzazione delle differenze trasmesso dalle ricette dei suoi piatti e del suo staff. Rispetto alla nostra mission, questi temi ed azioni ruotanti attorno alla centralità dei diritti e alla loro salvaguardia hanno costituito gli stessi assi portanti anche per l’attività all’estero dove abbiamo operato con interventi integrati per contribuire ad accrescere processi di equità, inclusione sociale, economica e culturale in coerenza con l’agenda 2030 e i Sustainable Development Goals (SDGs), che integra la dimensione economica, ecologica e sociale dello sviluppo sostenibile, A riguardo abbiamo esplorato modelli innovativi di intervento e nuove progettazioni che evolvono il nostro quadro di riferimento con una crescita delle competenze e con prospettive di inclusione economica e sociale di giovani, donne, NEET, migranti nella green e blu economy, cosi come abbiamo promosso la creazione di un cluster a livello nazionale ed europeo per disseminare un modello di integrazione socio-economica dei migranti con il Progetto LIME.

 

In Mozambico abbiamo lavorato sul patrimonio storico culturale e ambientale e la formazione professionale di giovani nell’ambito dell’industria creativa, che ha generato interventi di riqualificazione urbana con la diretta partecipazione delle comunità locali. In una prospettiva di valorizzazione del patrimonio migrante e non solo di una narrazione centrata sulla problematicità del fenomeno migratorio, in Tunisia abbiamo formato 80 giovani, donne e migranti subsahariani come mediatori interculturali.

Mentre con il progetto di Ritorno Volontario Assistito Ermes3 abbiamo ampliato il numero di paesi di ritorno erogando ai migranti servizi di orientamento e inserimento lavorativo e avvio di micro-imprese contribuendo anche allo sviluppo socio-economico nelle comunità di origine. Abbiamo fornito servizi nell’ambito dell’educazione formale e informale, della salute di base e della protezione sociale e promosso la parità di genere e l’empowerment di tutte le donne e le ragazze” in Mozambico e Albania attraverso il gender budgeting e il sostegno alla società civile locale e alle istituzioni.

 

La “contaminazione” di temi, approcci, modalità di sperimentazione fra i progetti in Italia e nei paesi dove lavoriamo nella cooperazione internazionale, è un tratto fondante di una strategia onnicomprensiva che vede nella visione “globale” l’impegno nel “locale”, sia che esso sia il territorio nazionale o un quartiere qui o in altri luoghi. Infine nel 2019 considerando i nostri tanti programmi, da quelli più di welfare puro, ai servizi professionali, all’attività d’impresa sociale nostra o in collaborazione con altre aziende, e soprattutto per la nuova realtà della riforma del Terzo Settore, è stata avviata un’intensa attività di confronto interno ed esterno all’associazione per definire la o le identità statutarie che meglio rappresenteranno la nostra mission in vista dell’iscrizione e riconoscimento nel registro degli Enti del Terzo Settore.

Elisabetta Bianca Melandri
Presidente e Rappresentante Legale
CIES Onlus

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