Si tratta principalmente di uno spazio interattivo/multimediale che fa rivivere ai visitatori le “complesse” situazioni vissute da rifugiati e migranti nel loro viaggio di migrazione. Il tutto è reso possibile grazie all’uso di tecnologie multimediali, di scenografie e ricostruzioni a misura naturale di ambienti e atmosfere, di effetti di luci e suoni ma, soprattutto, grazie e attraverso la tecnica del gioco di ruolo.
Attraverso un processo empatico, altamente educativo, il visitatore è, infatti, invitato ad assumere l’identità di una delle tre figure di migranti proposte (UN/A RICHIEDENTE ASILO; UN/A IMMIGRATA; UN MINORE MIGRANTE NON ACCOMPAGNATO) e a vivere così l’esperienza della migrazione: verrà a conoscenza dei motivi che li hanno portati a lasciare il proprio paese, i pericoli affrontati, l’arrivo in un paese sconosciuto, le difficoltà incontrate, la concessione o il rifiuto del permesso di soggiorno nel paese di accoglienza, l’inclusione o l’esclusione lavorativa e sociale, ma anche le aspirazioni, lo spirito d’avventura e l’entusiasmo.
Le tappe di questo percorso sono guidate da animatori/attori per la maggior parte di origine straniera, migranti a loro volta, che impersonano gli interlocutori della società di accoglienza in un capovolgimento totale, appunto, dei ruoli.
Protagonisti attivi dell’azione saranno, dunque, da una parte i migranti stessi, e dall’altra i giovani, e quindi la popolazione scolastica, nonché un pubblico adulto più ampio dei territori coinvolti.
il gioco di ruolo è una tecnica che consente di mantenere alta la soglia d’attenzione dei partecipanti e offre un percorso di apprendimento attraverso l’immedesimazione nell’“altro” e un coinvolgimento empatico della persona con il fine di:
La chiave principale dell’interattività della mostra consiste nell’animazione da parte di operatori che hanno vissuto in prima persona l’esperienza del viaggio migratorio (quindi uomini e donne migranti o rifugiati) che, sempre attraverso la tecnica del gioco di ruolo, impersonano la società di accoglienza, suscitando nel visitatore un effetto di “straniamento” e, soprattutto, di “estraneità” simile a quello che prova il rifugiato o il migrante al momento dell’ingresso nel nuovo paese di accoglienza.
Il protagonismo “alla rovescia” di questi animatori-migranti è ciò che più richiama l’attenzione dei visitatori e al contempo consente loro di interpretare un ruolo professionale che viene apprezzato dal pubblico. Inoltre, dopo il percorso, gli operatori hanno l’opportunità di approfondire le tematiche della migrazione con i visitatori, in quanto testimoni diretti della loro stessa vicenda migratoria.
I protagonisti della mostra interattiva sono tre un/a migrante, un minore straniero non accompagnato, un/a richiedente asilo); di ciascuno vengono ricostruite le origini nel proprio paese, le condizioni di vita, i pericoli affrontati, gli interrogatori subiti, l’arrivo in un paese sconosciuto ma anche le aspirazioni, lo spirito d’avventura e l’entusiasmo.
La mostra è suddivisa in zone:
Dopo essere stato fotografato e fornito dei documenti di identità, inizia il viaggio alla ricerca di asilo.
Per i rifugiati l’iter burocratico inizia dalla Commissione Centrale per il riconoscimento dello status di rifugiato. Qui vengono vagliate le origini, le motivazioni dell’esilio, le attività svolte, il percorso effettuato per raggiungere il paese di destinazione, gli aiuti di cui si è beneficiato, la frontiera che si è varcata ecc. (ci si avvarrà della presenza di 1 animatore). Alla fine di tutto l’itinerario la domanda d’asilo può essere accettata o negata. A chi non viene dato ufficiale diritto di asilo, non resta che sperimentare le difficoltà degli uomini e delle donne che aspirano a vivere in pace e nella completa libertà, costretti invece alla clandestinità e alla sopravvivenza attraverso piccoli espedienti.
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